Caso maltrattamenti, CGIL: «Telecamere rischiano di aumentare clima di generale diffidenza»

«La CGIL FP esprime sdegno e rabbia per le sconvolgenti vicende dei maltrattamenti sui bambini apprese in questi giorni dalla cronaca, si tratta di fatti gravi che colpiscono la parte più vulnerabile della nostra comunità, i nostri piccoli. Episodi di questo genere, doverosamente giunti a giudizio, rischiano di minare nelle famiglie e nell'opinione pubblica la fiducia ed il patto educativo che è l'essenza stessa dei servizi educativi». Lo rileva in una nota Segreteria CGIL FP Trieste. «La CGIL - ancora - è ancora una volta vicina ai bambini, alle famiglie, alla comunità ed a tutto il personale dei servizi educativi che opera con professionalità e successo da anni nei nidi, nelle scuole d'infanzia, nei sis e ricreatori, negli uffici dell'educazione, con professionalità, cuore ed impegno, capace di intrecciare i bisogni educativi e formativi con quelli sociali». «Da più parti - riferiscono -  si invoca la necessità di dotare i servizi educativi di telecamere. Si parla di «videocamere a circuito chiuso » le cui registrazioni saranno «visibili, dopo denuncia, solo dalle forze di polizia» e siamo convinti che questa è una soluzione semplicistica, una tecnica che mette una pezza “a posteriori” e che non risolve un problema dove c'è, né lo previene, lo riprende a cose fatte! I nostri lavoratori non hanno nulla da nascondere, qui non si parla di temere o meno le telecamere, ma il rimedio del “grande fratello” rischia solo di aumentare un clima di generale diffidenza verso i servizi educativi e compromettere il fondante rapporto di fiducia ed alleanza educativa con le famiglie». «E' fondamentale - continua la nota  - comprendere quale è il miglior modo di agire ponendo l'attenzione sulla qualità dei servizi, sulla tutela dei minori e del lavoro, è prioritario governare processi di prevenzione e di investimento sul buon lavoro per assicurare buoni servizi e prevenire lo sviluppo di comportamenti incompatibili. «Si pensi - conclude - ad esempio a rafforzare il rapporto numerico educatore bambino e le tempestive supplenze, si accetti la proposta di aumentare il numero dei coordinatori pedagogici per consolidare i percorsi di equipe, per garantire le condizioni di confronto, verifica, controllo e coordinamento, per dar voce e valore alla professionalità di una categoria che è risorsa e pone attenzione alle continue e complesse necessità di un'utenza sensibile primo specchio di una società in continuo mutamento».