Carl Weyprecht, padre della ricerca scientifica: tre giorni per ricordare la storia Trieste città della scienza

Dal 21 al 23 novembre, nella Sala Beethoven di via del Coroneo 15, è in programma una tre giorni - organizzata dall’Associazione Culturale Friedrich Schiller con il sostegno della Deutscher Hilfsverein, il patrocinio di Comune di Trieste, ProESOF 2020 e Museo Nazionale dell’Antartide-  per ricordare e valorizzare la storia della Trieste città della scienza.

Trieste, che nel 2020 sarà la Capitale Europea della Scienza, vanta nel campo scientifico una tradizione plurisecolare che è stata in gran parte dimenticata o, comunque, non valorizzata come avrebbe dovuto esserlo. Iniziata nel 1753 con l’istituzione della Scuola Nautica voluta da Maria Teresa, la Trieste scientifica ebbe il suo primo grande sviluppo nel corso del Secolo successivo quando ospitò diversi istituti legati alla marineria. Il suo momento più alto si ebbe con la Spedizione Polare austro-ungarica del 1872-1874 ideata e condotta dall’ufficiale di marina e triestino d’adozione Carl Weyprecht, seguita dall’Anno Polare Internazionale del 1882-1883 che aprì l’epoca della ricerca scientifica internazionale (trattati diplomatici fra Stati aventi per oggetto la ricerca). Una vocazione internazionale, questa, magistralmente ripresa nella seconda metà del Secolo XX da un altro grande triestino: Paolo Budinich.

L'iniziativa è stata illustrata stamane al Museo d'Arte Orientale, dall'assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi con Edvige Ackermann dell' Associazione culturale Friedrich Schiller ed Enrico Mazzoli, autore del libro Biografia di Carl Weyprecht.

L'assessore Rossi ha sottolineato come questo convegno che ha il merito di mettere in luce le imprese epiche compiute da Carl Weyprecht, un autentico pioniere nel campo delle esplorazioni e delle ricerche scientifiche  e vanto per Trieste, “sarà anche l'occasione per parlare dei nostri contenitori museali e scientifici che sono stati ampiamente valorizzati grazie ad un lavoro capillare svolto dall'Area Cultura che sta dando i suoi frutti, tanto è vero che il Castello di San Giusto ha raddoppiato i visitatori, come anche il Revoltella e altri ancora, ma soprattutto si parlerà del Porto Vecchio, oggetto di una grande opera di riqualificazione per poter diventare 'contenitore' ideale di tutti i musei scientifici e della ristrutturazione del Magazzino 26, azioni importanti e concrete per la vocazione scientifico-culturale di Trieste”.

La tre giorni – ha spiegato Edvige  Ackermann – prevede, nel primo giorno, mercoledì 21 novembre, un incontro con la partecipazione dell’Assessore alla Cultura di Trieste, Giorgio Rossi, i direttori di musei scientifici e i rappresentanti di altre realtà del mondo della scienza locale, intesa a evidenziare quanto le istituzioni cittadine potrebbero o dovrebbero programmare per preservare, valorizzare e diffondere la memoria storico-scientifica della città, in particolare in vista di ESOF 2020, ma spingendosi anche oltre, affinchè Trieste sia una “città della scienza” pure nella sua memoria.

Il secondo giorno, giovedì 22, sarà la volta di uno spettacolo di grande suggestione dal titolo “Dall’Adriatico ai Ghiacci”, realizzato dalla compagnia teatrale IrReale Narrativa km0, inteso a rievocare tramite letture dai diari dei protagonisti, musiche dell’epoca e immagini, l’epopea della Spedizione Polare austro-ungarica del 1872-1874 quasi interamente composta da triestini, istriani, fiumani e dalmati, con la sua incredibile ritirata fra i ghiacci fino alla salvezza.

In conclusione, venerdì 23, sarà presentata la biografia di Carl Weyprecht, opera di Enrico Mazzoli. Come ha quindi specificato lo stesso autore del libro, Weyprecht fu ufficiale di marina, esploratore polare e scienziato e il libro, pubblicato oltre che in italiano, in inglese con il sostegno della Società Tedesca per la Ricerca Polare, e in tedesco a cura dalla Commissione Storica dell’Assia con il sostegno del Ministero della Cultura del Land Assia. Weyprecht giunse a Trieste a diciassette anni, nel 1856, per dar sfogo sul mare alla sua sete di conoscenza e di avventura. Imbarcatosi nella Marina Militare austro-ungarica inizia così una carriera che lo porta, fra l'altro, nel mezzo della battaglia navale di Lissa, in Messico alla corte di Massimiliano, fra i ghiacci dell'Artico. Influenzato dal clima cosmopolita di Trieste e della sua Marina, concepisce il primo grande progetto di ricerca scientifica internazionale della storia che avrebbe dovuto unire tutte le nazioni nel nome della scienza. Alla Tavola Rotonda – ha detto infine Mazzoli - sono stati invitati autorevoli studiosi ed esperti nella ricerca scientifica degli ultimi anni proprio per far sì che la memoria storica di questo insigne personaggio sia condivisa da tutta la città”.