Bagordi Tergestini, domenica a San Giusto ultimo atto della intensa tre giorni

Al Castello di San Giusto prosegue e si conclude domani, domenica 16 settembre, dalle 10.00 alle 14.00, l’intensa tre giorni dei Bagordi Tergestini , “Viaggio nella Trieste medievale tra storia e leggenda”. Proposto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste e realizzato a cura del Servizio Musei e Biblioteche l’evento è a cura dall’Associazione Tredici Casade, dalla società veneziana Wavents e dal Consorzio Europeo di Rievocazioni Storiche con la partecipazione di Arcieri di Trieste (A.S.D. Archery Team), Cantori delle Tredici Casade, Clamor et Gaudium, Cavalieri del Drago, Cinghiali Tergestini, Danza & Più, Falconieri del Re, Gaelicus Academy, Giullare Tornello, Locanda dell’Aquila Nera, Mercato e mestieri di Santa Giustina, Associazione Per la Storia, Schola Tamburi Storici di Conegliano Veneto, Teatrobàndus.

Si accede con il biglietto di ingresso al Castello di San Giusto, comprendente la visita al Civico Museo del Castello di San Giusto – Armeria e al Lapidario Tergestino al Bastione Lalio: intero euro 3,00; ridotto euro 2,00.

Il Bagordo era una festa annunciata alla popolazione con un  pubblico bando, in cui nel Medioevo si celebravano particolari ricorrenze con grandi spettacoli di piazza, alternati a prove d’abilità e a dimostrazioni militari. Con i Bagordi Tergestini, entriamo dunque nell’Età di Mezzo (ambientazione a cavallo tra XIII e XIV secolo) a Tergeste, ricca cittadina che vanta la sua origine dai pronipoti di Noè, per celebrare le prove d’abilità dei “boni homines” pronti alla difesa delle mura, e le feste di piazza alle quali partecipano tutti, cittadini e forestieri. Perché al di là dell’Historia, esiste la storia scritta giorno per giorno dal comune cittadino e dal podestà, dalla guardia alle mura e dai popolani, ed è in questo spirito che il Castello di San Giusto di Trieste abbassa il ponte levatoio per invitare tutti a bagordare diventando allo stesso tempo spettatori e protagonisti, non solo di fatti d’arme tra mercato e taverna, ma anche della giuria nell’inquisizione dei Ranfi, nell’istigare il Consiglio Maggiore a firmare o meno la pace con l’antica Mugla, nel partecipare ad un matrimonio “di casata” e, dulcis in fundo, tra giochi, danze e giullarate a gozzovigliare alla Festa Vinalia offerta dai generosi vitigni del bisavolo Noè.