Associazioni Partigiane a Sežana: «Fascismi razzismi e miseria stanno tornando»

«A chi ancora oggi vuole dividere popoli e Paesi fomentando un clima di discriminazione e di odio, le associazioni partigiane di Italia, Slovenia, Croazia e Carinzia replicano attraverso una dichiarazione congiunta firmata a conclusione dell'incontro dal titolo “Fratelli senza confini – Italiani, sloveni e croati uniti contro nazionalismi, neofascismi e razzismi” che si è svolto lo scorso 30 marzo 2019 a  Sežana (Slovenia). Si riporta di seguito e nella sua interezza il documento sottoscritto da Carla Nespolo, presidente nazionale ANPI, Tit Turnšek, presidente ZZ NOB (Slovenia), e Franjo Habulin, presidente SABA (Croazia)». Lo rileva in una nota Anpi.

Dichiarazione congiunta degli antifascisti italiani, croati, austriaci e sloveni riuniti a Sežana il 30 marzo 2019

«Noi, - riferiscono -  antifascisti italiani, croati, austriaci e sloveni ci siamo riuniti per contrastare l'operato dell'estrema destra che si ramifica in Europa. Ci siamo riuniti anche per rinvigorire l'amicizia fra i nostri popoli e per opporci a tutte quelle forze che seminano l'odio non soltanto fra le nostre nazioni, ma in tutta Europa. L'Europa attuale, la nostra patria comune, è sorta dalla più sanguinosa guerra della storia dell'umanità. Ottant'anni fa pensavamo che il nazifascismo fosse stato sconfitto definitivamente, ma oggi ci rendiamo conto del contrario. Il veleno di nazionalismi, fascismi, razzismi, sta tornando e sta mettendo in discussione diritti e conquista di libertà che sembravano acquisite; questi attacchi colpiscono le donne e tutta la popolazione, e in particolare le parti più deboli della società».

«I risultati -ancora -  catastrofici della politica neoliberale si evidenziano soprattutto nell'Europa meridionale. La disoccupazione, la miseria, la mancanza di prospettive per le giovani generazioni sono il lato oscuro dell'odierna Europa. Si tratta di un campo ben concimato sul quale crescono i partiti politici dell'estrema destra fascista. Strette dal disagio sociale, le popolazioni sentono la necessità di una guida forte e autoritaria. Tutto questo lo abbiamo già vissuto nel passato, comprese le conseguenze. Ci siamo riuniti oggi per ripetere una volta ancora, non soltanto ai nostri popoli, ma all'Europa intera e a tutti i nostri politici che ci opporremo insieme ai tentativi fascistoidi di contrapporre i nostri popoli uno verso l'altro».

«La nostra amicizia - continuano -  si è forgiata nel duro periodo della lotta contro il fascismo e il nazismo durante la seconda guerra mondiale. Dalla nostra lotta comune è cresciuta l'odierna Europa. Per questo ribadiamo con forza le fondamenta antifasciste dell'unità europea. L'Europa attuale non è l'ideale, ma noi stessi siamo responsabili del suo futuro. Essa deve diventare l'Europa dei popoli e non uno strumento nelle mani dei grandi capitali finanziari. Tra poco si svolgeranno le elezioni europee. Forse si tratta della tornata elettorale finora più importante. Spieghiamo alla gente, spieghiamo agli altri che il destino nostro, loro e delle giovani generazioni dipende fatalmente da chi farà parte del Parlamento europeo».

«Vogliamo - concludono -  un'Unione Europea profondamente cambiata, che valorizzi il lavoro, la persona e la sua dignità, con un'altra politica economica, un'Europa sempre più forte, sempre più coesa, sempre più popolare. Vogliamo che dalle prossime elezioni esca vincitrice questa Europa e sia sconfitta l'Europa dei muri, delle barriere, dell'odio e delle discriminazioni. Le diverse culture devono arricchirci e non dividerci. Il rispetto reciproco e la tolleranza sono i presupposti per la convivenza delle diversità».