Arrestati due rumeni latitanti, cercavano di lasciare l'Italia

I Carabinieri della Compagnia di Aurisina, nel corso di specifici servizi di controllo nei pressi dei confini di Stato, finalizzati soprattutto al monitoraggio dei flussi migratori attraverso gli ex valichi confinari, negli ultimi giorni hanno conseguito importanti risultati operativi, con l’arresto di due persone, gravate da provvedimenti di carcerazione ed il deferimento in stato di libertà di altri due soggetti, responsabili della classica “truffa dello specchietto” ai danni di un anziano automobilista.

I militari del Nucleo Radiomobile hanno intercettato S.A., latitante romena 24enne, mentre cercava di espatriare. Dall’immediata verifica è emerso che la ragazza era destinataria di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Milano per una serie di furti, messi a segno tra il 2009 e il 2010, in svariati negozi di lusso del capoluogo lombardo, quando era ancora minorenne.

La donna, ultimati gli accertamenti, è stata accompagnata al carcere di Trieste, dove sconterà la pena di un 1 anno e 8 mesi.

Un ulteriore positivo risultato l’ha, invece, conseguito una pattuglia della Stazione di Basovizza che, durante un servizio di retrovalico al confine di Fernetti, ha individuato un catturando di origini romene, A.C.E., operaio di 46 anni. L’uomo deve scontare la pena di 1 anno e 4 giorni per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e furto aggravato, commessi a Torino nel 2013.

L’attività delle pattuglie della Compagnia di Aurisina non si ferma al presidio degli ex valichi di frontiera, ma si estende a tutto il territorio di competenza, dall’area carsica ai centri abitati. Proprio nell’abitato di Prosecco, i Carabinieri della locale Stazione hanno identificato e deferito in stato di libertà alla Procura di Trieste, per il reato di truffa aggravata, una coppia di siciliani. I due, rispettivamente di 34 e 21 anni, simulando il danneggiamento dello specchietto loro propria auto, avevano indotto un anziano del posto a risarcirli. Nell’individuazione dei due rei sono stati fondamentali i preziosi dettagli e l’accurata descrizione forniti dalla vittima stessa.