Nave Sea-Watch, appello studenti Medicina Università di Trieste: «Sbarco degli immigrati e accoglienza»

«Oggi una petizione è stata proposta dalle studentesse e dagli studenti di Medicina e Chirurgia del nostro ateneo: questa petizione, similmente a quella che è girata tra i medici dell’ospedale Burlo Garofolo, chiede che ai 47 migranti che sono da più di una settimana ostaggio dei governi europei a bordo della nave Sea-Watch sia concesso di sbarcare sul suolo italiano».

Lo rileva in una nota la lista studentesca universitaria Link Trieste.

«Non possiamo - continua la nota -  che sostenere una simile iniziativa, ribadendo ancora una volta come sia inaccettabile che la vita delle e dei migranti sia usata come merce di scambio e strumento di propaganda dal nostro Governo». 

Ecco il testo della petizione: «Come studentesse e studenti di Medicina e Chirurgia e altre professioni sanitarie, riteniamo doveroso sostenere l’appello lanciato ieri, in data 26 gennaio, dai medici del Burlo per lo sbarco dei 47 migranti a bordo della nave Sea-Watch. Non riteniamo accettabile che 47 persone, tra cui diversi minori, siano usati da più di una settimana come merce di contrattazione dai governi europei. Il valore fondamentale su cui la professione medica si basa è la tutela della salute fisica e psichica di ogni essere umano, indifferentemente dalla sua nazionalità, dal suo orientamento sessuale, dal colore della sua pelle, dalla lingua che parla e dalla religione che professa. Crediamo che su simili valori non debba basarsi solo la nostra futura professione, ma anche una società che si ritiene civile ed umana. Per questi motivi, anche noi ci appelliamo alle autorità locali e nazionali affinché facciano il possibile per permettere lo sbarco sul suolo italiano dei migranti e la loro accoglienza in strutture adeguate».

A stretto giro è arrivata anche l'integrazione di Studenti in DSMCS - UniTs, Piattaforma informativa di tutti gli studenti del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell'Ateneo di Trieste: «Partendo dal presupposto che l’iniziativa è partita da un medico dirigente del Burlo, e solo in seguito è stata raccolta da una componente minoritaria di studenti di medicina (1 o 2), tale petizione non è ad oggi passata attraverso canali ufficiali né del dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e della salute, né dei singoli corsi di laurea. Ogni studente che ha sottoscritto tale petizione lo ha fatto per scelta unicamente individuale, vi preghiamo di non assimilare la scelta di singoli studenti (un centinaio circa) alla posizione di un dipartimento universitario intero (migliaia di studenti)».