Anna Cisint: «Libertà d’insegnamento valore sacro e inviolabile, difendere l’obiettività»

«L’insegnante “di sinistra” come si autodefinisce, Stefano Piredda, invita il sindaco di Monfalcone dalle colonne di un noto quotidiano nazionale a spiegare le proprie ragioni, sollevando una serie di quesiti, sul tema dell’insegnamento nelle nostre scuole. Stefano Piredda., non è, come fa intendere, uno spirito libero e indipendente “di sinistra”: ha ricoperto importanti responsabilità politiche, - assessore alla cultura a Monfalcone e componente della segreteria del Pd, - che lo connotano come persona dalle solide basi di partito, con un' appartenenza politica, più che culturale o ideale, al mondo “di sinistra”. Legittima, ovviamente, ma come tale non priva di faziosità e di pregiudizio preconcetto. Partendo da una premessa falsa, Piredda si pone una serie di domande retoriche che sconfinano nella banalità alle quali è doveroso rispondere a cominciare dall’interrogativo del perché a Monfalcone la sua parte politica viva un profondo declino e si “trovi al minimo storico”. La risposta è perché ciò che il sindaco di Monfalcone ha fatto è stato quello di togliere il velo ad un' ipocrisia antica anche sulla politicizzazione di una parte del corpo insegnante rispetto alla funzione educativa che esso esercita all’interno delle scuole così come su altre ipocrisie e luoghi comuni insopportabili dell'ideologia di sinistra a cominciare dal totem dell'integrazione che ignora i bisogni e i diritti degli italiani tollerando l'ingiustificato privilegio e l'abuso dello straniero».

Lo rileva in una nota  Anna Maria Cisint, Sindaco di Monfalcone

«Ed è - ancora - una posizione largamente condivisa da parte di quella che Montanelli definirebbe come “maggioranza silenziosa” , che ora si esprime con una voglia nuova inarrestabile di partecipazione e di verità perché è venuta meno la sudditanza culturale che ha pesato come un macigno sulla società italiana. Alcuni 'opinion leader' hanno cominciato a porre la domanda sui limiti del potere e dell'arbitrio dei singoli quando esercitano la loro funzione pubblica, ovvero, detto in maniera più chiara, di quanto può essere alto il rischio di trasformare l’insegnamento in propaganda “contro” l’avversario politico di turno. Il sindaco di Monfalcone ha unito in modo fermo la propria voce a questa posizione perché troppe e insistenti sono le segnalazioni raccolte di genitori e studenti. Tutto da verificare, naturalmente, ma non è nel mio spirito quello di accantonare le istanze dei cittadini per evitare di “disturbare il manovratore”. Nessuna volontà di reprimere alcun dissenso nè di fare schedature, ma neppure nessun arretramento rispetto all’esigenza di usare gli strumenti del Comune, - il garante dei minori – per fare chiarezza nell’interesse dei cittadini, degli studenti e degli stessi insegnanti, la grande maggioranza dei quali opera con diligenza e serietà. Non si accorge Stefano Piredda che le sue stesse domande e affermazioni dimostrano quanto è alto il rischio che la faziosità inquini la mente dei nostri ragazzi. Certo che il 25 Aprile è una data importante, ma allo stesso tempo chiedo: perché non si racconta ai giovani che a Monfalcone quella data non significò il raggiungimento della sovranità italiana che, a differenza del resto del Paese, arrivò solo il 19 settembre 1947? Dal primo maggio 1945 per quaranta giorni le truppe comuniste agli ordini di Tito presenti in città lasciarono il ricordo doloroso di decine e decine di morti e scomparsi quest’ultimi nelle famigerate foibe. E sull'Islam nessun pregiudizio razziale  ma perché non spiegare tutte le verità compresa quella che, certo, non tutti gli islamici sono terroristi, ma senza nascondere che i  terroristi dei fatti di Parigi, Bruxelles e altre città, sono tutti islamici, come sosteneva la Fallaci?»

«La libertà d’insegnamento - conclude - , dunque, è un valore sacro e inviolabile che dobbiamo difendere e proprio per questo l’obiettività ne diventa a sua volta un cardine imprescindibile. Contro il sindaco di Monfalcone è in atto una mobilitazione “di sinistra”  che sembra tanto una battaglia di casta, ma che, al di là della penosità dei contenuti e dei fini, ha il merito di tenere aperta una discussione fondamentale, che sono orgogliosa di aver contribuito ad alimentare, perché è nella scuola che si formano gli italiani di domani».