Al via i lavori di ristrutturazione di Casa Capon a Opicina

L'iter per l'avvio di significativi lavori di ristrutturazione edilizia e impiantistica e di complessiva riqualificazione degli ambienti e degli spazi degli edifici di Casa Capon e delle sei palazzine gemelle (ospitanti un totale di 84 piccoli appartamenti) che costituiscono il vicino C.A.D. (Centro di Assistenza Domiciliare) di Opicina, tali da rendere questo comprensorio un punto di riferimento ancor più apprezzato e richiesto di quanto già sia, al servizio degli anziani e delle persone più vulnerabili non solo del borgo e dell'altipiano carsico ma dell'intera città, entrerà prossimamente nel vivo a seguito dei  progetti recentemente elaborati dal Comune di Trieste, concertati all'interno del Tavolo territoriale per le politiche abitative e conseguentemente finanziati con gli specifici fondi regionali previsti dalla L.R. n. 1/2016 (“Riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater”). Il grande valore, gli intenti e i dettagli di questi interventi sono stati illustrati oggi in Municipio dagli Assessori comunali alle Politiche Sociali Carlo Grilli e ai Lavori Pubblici Elisa Lodi. Ha aperto Grilli, che era affiancato dal Direttore del Servizio Strutture e Interventi per la Disabilità e la Casa Luigi Leonardi, spiegando come i lavori all'ex Casa di riposo di via Sant'Isidoro 13, oggi Casa “Capon”, già in parte riconvertita (al piano terra e al primo piano) in polo aggregativo per anziani, serviranno a completare funzionalmente l'edificio con un intervento al secondo piano che consentirà di realizzare sette “alloggi sociali” per soggetti vulnerabili (anziani, disabili, donne in difficoltà, persone in stato di momentaneo disagio sociale  ecc.) costituiti da altrettante stanze singole di circa 20 mq. dotate di bagno privato, più una stanza comune. Gli ospiti di questi alloggi potranno usufruire inoltre degli spazi conviviali comuni già realizzati al piano terra, dove vi sono due ampie sale e pure una cucina da poter utilizzare anche autonomamente, oltre che degli altri spazi polifunzionali al primo piano destinati alla socializzazione e ad attività laboratoriali. Le stanze verranno qui progettate e attrezzate in modo da garantire la massima autonomia della persona, la tutela della privacy, la conservazione delle abitudini quotidiane e, nel contempo, un alto livello di sicurezza e, quando necessario, di assistenza. Il tutto – ha precisato Grilli – seguendo l'impostazione del cosiddetto “modulo respiro”, ovvero l'ospitalità per casi particolari di difficoltà e per un tempo determinato, da un minimo di un giorno fino a periodi più lunghi, da valutare a seconda delle esigenze, e ciò per consentire appunto un momento di “respiro” alle famiglie di queste persone o direttamente agli stessi interessati che ne manifestino in vario modo il bisogno. Attivando dunque un “turn over” e consentendo agli interessati un accoglimento che sarà comunque a tempo determinato. Nella palazzina di via San Biagio 3, al vicino Centro di Assistenza Domiciliare (C.A.D.) saranno attuati invece – ha spiegato ancora Grilli - due distinti interventi per sviluppare nuove modalità abitative, in un'ottica qui più spiccatamente “residenziale”: realizzando al piano terra tre appartamenti domotici per persone con disabilità, nell'intento di favorirne una possibile autonomia abitativa anche tramite forme innovative di residenzialità comunitaria, mentre al primo e al secondo piano si opererà, con un separato intervento, per una ristrutturazione completa della distribuzione interna degli spazi, realizzando, al posto degli attuali 10, sei appartamenti di metratura più ampia e perciò più confortevoli e tali da consentire una migliore accessibilità anche all'utente con disabilità motoria. Gli aspetti più spiccatamente tecnici sono stati quindi illustrati dall'Assessore ai Lavori Pubblici Elisa Lodi coadiuvata, per quelli amministrativi-finanziari, dal Direttore Leonardi del Dipartimento Politiche Sociali. E mentre al C.A.D. le opere prevederanno, con il primo lotto (riguardante gli appartamenti domotici al piano terra), l'eliminazione delle barriere architettoniche delle parti comuni e l'efficientamento energetico, la dotazione di nuovi servizi igienici e la redistribuzione interna degli spazi per consentirne una perfetta accessibilità, e con il secondo lotto, con la ristrutturazione integrale, come detto, del primo e del secondo piano, anche il rifacimento completo dei servizi igienici, dell'impianto di adduzione acqua e di scarico, dei pavimenti e dei rivestimenti e di parte dei serramenti, con un costo dei due interventi (coperto dai suddetti finanziamenti regionali) rispettivamente di 800.000 Euro e di 320.000 Euro, alla Casa “Capon” si opererà anche qui per il quasi totale rifacimento del secondo piano (per ricavarne le sette stanze singole già citate), con lavori edili diversi, bonifica antiamianto, demolizione e sostituzione dei tramezzi, rifacimento dei servizi igienici, degli impianti elettrici e di riscaldamento, con una spesa (anch'essa con contributo regionale) di 300.000 Euro. Oltre a questi interventi, già finanziati e per i quali i relativi progetti definitivi – ha sottolineato l'Assessore Lodi - sono già stati entrambi approvati (e andranno adesso redatti e approvati i rispettivi progetti esecutivi, per poi consegnare i cantieri alle ditte e avviare materialmente i lavori  nella primavera 2020, per prevedibilmente concluderli nel dicembre 2020 alla Casa “Capon” e a maggio 2021 al CAD), ulteriori opere per procedere a un'ancor più ampia riqualificazione dell'intero “comprensorio sociale” di Opicina sono previste per un'analoga ristrutturazione di una seconda, e poi di una terza delle sei palazzine del CAD, ancora potendo attingere a contributi UTI-Regione per altri 1.600.000 Euro. Con un impegno totale finale, a quel punto, di ben 3 milioni di Euro, a supportare un decisivo e ambizioso piano per la socialità e a sostegno della più ampia possibile domiciliarità e autonomia degli anziani e dei soggetti più deboli, a beneficio della comunità non solo opicinese ma di tutta la città.