Accoglienza, dati Ics-Caritas 2017: 1280 immigrati a Trieste, pakistani i più numerosi

Presentanti questa mattina in conferenza stampa i dati dell'accoglienza 2017 da part di Ics e Caritas. Nel corso dell'anno precedentemente si sono registrate a Trieste 1280 presenze di immigrati. Gruppo più numeroso quello pakistano, con 422 unità, seguiti da iracheni con 270 e 201 Afgani. 1180 è il numero di presenze medie mensili a Trieste,boom a dicembre con 1280 unità.  46% la presenza dei minori dei nuclei familiari, attualmente presenti in 98 a Triste (per un totale di 359 persone). Per quanto concerne le età, la fascia più numerosa è quella degli under 35, metà dei quali under 25.

Ics sottolinea che:

I richiedenti asilo presenti a Trieste arrivano da poco meno di 40 diversi Paesi nel mondo, con una netta prevalenza da Paesi caratterizzati da serie situazioni di conflitto, violenza generalizzata e gravi violazioni dei diritti umani fondamentali.

2. Gli arrivi nel territorio di Trieste sono stati sostanzialmente stabili nel corso di tutto il 2017. La presenza di un sistema di accoglienza ampio e ben strutturato consente di gestire anche arrivi più numerosi e frequenti in alcuni periodi senza che si verifichino situazioni critiche sul territorio.

3. L’aumento dei nuclei famigliari appare un fenomeno destinato a consolidarsi nel tempo (per effetto di reti migratorie, ricongiungimenti famigliari, legami parentali, etc).

4. Oltre l’80% delle presenze è rappresentato da persone giovani o giovanissime con età inferiore ai 35 anni. Il 10% sono minori di anni diciotto. Si tratta di una situazione che le istituzioni dovrebbero considerare come una chiara ricchezza sociale potenziale, specie in considerazione dell’elevata anzianità della popolazione locale.

5. Incide indubbiamente sul sistema di accoglienza e sul turn-over delle presenze il perdurare di tempi ancora lunghi per la formalizzazione della domanda di asilo, per l'attesa dell'esame della stessa e relativi adempimenti burocratici (notifiche, rilascio permessi e titoli di viaggio, etc). 6. Il sistema dell'accoglienza diffusa è cresciuto nel corso del 2017 (ed ulteriormente nel corso del primo semestre 2018) con una presenza capillare su tutto il territorio provinciale, assicurando elevati standard di qualità sia nell’accoglienza materiale che nella realizzazione dei progetti individuali di ogni persona accolta. Ogni operatore sociale segue in media meno di dieci persone, il che consente una stretta relazione individuale con ogni ospite e la realizzazione di un programma adattato alle esigenze di ogni persona.

7. Il sistema dell’accoglienza diffusa evita ghettizzazioni e pericolose concentrazioni, stimola l’autonomia delle persone accolte, le quali entrano subito in contatto con il tessuto sociale, culturale e linguistico locale accelerando il percorso di inclusione nel nuovo contesto. Nei limiti del possibile le coabitazioni sono organizzate in modo da avvenire tra persone di lingua e provenienza nazionale differenti. Questo, oltre a rafforzare il rispetto delle diverse identità, fa sì che l’italiano divenga la lingua veicolare della vita quotidiana.

8. Il sistema di accoglienza triestino è fortemente inclusivo, ovvero orientato a sostenere il percorso di autonomia e di integrazione sociale di tutte le persone accolte, le quali hanno accesso a percorsi linguistici e formativi e a tirocini che permettono loro di acquisire competenze necessarie a confrontarsi con il mercato del lavoro locale e nazionale. La perdurante mancanza di un serio piano nazionale per l’integrazione sociale dei rifugiati, che consenta di operare su tempi più lunghi e con interventi flessibili, continua tuttavia a rappresentare un serio limite al successo di qualsivoglia programma locale di integrazione.

9. Il sistema SPRAR (attivo fin dal 2002), finalizzato a sostenere la conclusione dei percorsi di integrazione sociali avviati in precedenza, nonché a rafforzare l’accoglienza delle situazioni più vulnerabili e dei nuclei famigliari evitando ricadute negative sul sistema dei servizi socio-assistenziali locali, appare seriamente sottodimensionato rispetto alle necessità. Esso andrebbe pertanto largamente rinforzato.

10. Il sistema dell’accoglienza è un motore positivo per l’economia locale in termini di occupazione qualificata (specie giovanile) nella gestione dei servizi di accoglienza e di altri servizi (es: istruzione, mediazione, formazione) nonché in termini di ricaduta economica a largo raggio sul territorio nell’area del commercio, dei servizi e delle locazioni