A Sarajevo il 28 giugno, torna lo spettacolo al Museo de Henriquez dal 6 marzo per le scuole e dal 9 marzo per tutti

Ritorna al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” – grazie alla collaborazione fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste - Area Scuola, Educazione, Cultura e Sport – lo spettacolo A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti nato da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz.

Lo spettacolo – produzione del Teatro Stabile regionale – ha debuttato in questo affascinante spazio nel 2015 con molto successo, tanto che è stato richiesto e riproposto ogni anno: dal 6 al 18 marzo 2018 “A Sarajevo il 28 giugno” avrà un’ulteriore tranche di repliche, in parte riservate alle scuole (in orario mattutino), in parte (in orario serale e pomeridiano) aperte a tutti gli interessati.

L’iniziativa rappresenta naturalmente un’attrazione storica e turistica in più per i turisti che si trovassero in città, mentre ai cittadini di Trieste offre l’opportunità di ripercorrere da un particolarissimo punto di vista una pagina fondamentale della Storia del Novecento, riscoprendo contestualmente una parte molto rilevante e preziosa del patrimonio museale della città.

I biglietti sono già disponibili nei consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale e solo per le repliche aperte al pubblico (quelle del 9 - 10 - 11 e 15- 16- 17- 18 marzo) si potrà acquistare il biglietto anche direttamente al Museo “De Henriquez” a partire da mezz’ora prima della recita prescelta.

A Sarajevo il 28 giugno  conquista il pubblico perché possiede una cifra particolare: prevede che gli attori recitino fra le sale e i reperti dell’interessante Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” e fra cimeli, cannoni, carri che sono dei veri e propri “pezzi di storia”, anche gli spettatori si muovono incontrando la Storia e visitando il Museo.

Al centro dello spettacolo è infatti l’attentato di Sarajevo, di cui furono vittime l’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia: un gesto crudele che scosse l’Europa, e da cui ebbe origine la Prima guerra mondiale. L’episodio viene raccontato da alcuni testimoni diretti dell’attentato, secondo na modalità drammaturgica che ricorda le “interviste impossibili”: personaggi dell’epoca che in costume storico attendono il pubblico che si muove fra le sale. All’arrivo degli spettatori, questi testimoni iniziano il loro monologare: sono i bravissimi attori della Compagnia Stabile Federica De Benedittis, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Lara Komar, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos.

È affascinante la dinamica dello spettacolo: le testimonianze che lo compongono (e tratteggiano l’evento storico dai diversi punti i vista di una donna del popolo, di un ingegnere che studia il percorso dell’Arciduca, di una giovane nobile poi emigrata, del medico che in prigione si occupò di Gavrilo Princip, di un archivista…) sono recitate dagli attori nelle varie sale del Museo contemporaneamente, e ripetute più volte, in modo che ogni spettatore possa seguire tutte le parti di A Sarajevo il 28 giugno.

Quel 28 giugno 1914 due colpi di pistola fecero rullare i tamburi in tutta Europa, e nelle fabbriche si misero all’opera per costruire nuove, impressionanti macchine da guerra. Per un mese, un mese esatto rimasero nascoste, pronte ad entrare in azione e portare via il mondo di ieri, per gettarci nel Moderno. Alcuni compresero quei colpi, altri intuirono qualcosa, altri ancora non si resero conto, non videro le armi nascoste. Il 28 giugno iniziò quel terribile work in progress che il 28 luglio vide il suo primo compimento. Il lavoro di Gilberto Forti e l’intuizione di Paolo Rumiz ci raccontano quel mondo di ieri nel momento in cui inizia la sua svolta finale, attraverso le parole di quelli che, nei tanti paesi, quel mondo e quel momento li avevano vissuti.

Venne dopo molti anni un testimone e poi un altro… Furono ascoltati, e ciascuno offrì la sua versione, con circostanze, nomi, altri dati. Sì, tutti erano testi volontari, giunti da varie parti dell’impero. Benché fossero testi immaginari, pure ognuno di essi era nel vero”.

Lo spettacolo nasce dalla collaborazione fra il Comune di Trieste ed il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, vanta una colonna sonora eseguita dal Quartetto Iris su brani di Johann Strauß figlio e Franz Schubert.

La compagnia di interpreti, in due gruppi, si alterna nelle diverse recite, ognuna delle quali comprende quattro testimonianze.

I ruoli sono così distribuiti: nel primo gruppo (recite dal 6 all’11 marzo) Emanuele Fortunati (Ing. Szigeti), Ester Galazzi (Frau Magdalena Gobec), Francesco Migliaccio (Dott. Vasič), Maria Grazia Plos (Polyxena Singer); nel secondo gruppo (recite dal 12 al 18 marzo) Federica de Benedittis e Lara Komar (si alternano nel ruolo dell’Archivista Dunkelblatt), Emanuele Fortunati (Ing. Szigeti), Ester Galazzi (Frau Magdalena Gobec), Francesco Migliaccio (Dott. Vasič).

Le recite aperte a tutti di A Sarajevo il 28 giugno si terranno: venerdì 9 marzo (ore 21),  sabato 10 marzo (ore 19.30), domenica 11 marzo (ore 17), giovedì 15 e venerdì 16 marzo (alle ore 21), sabato 17 marzo (ore 19.30) e domenica 18 (ore 17).

I biglietti si possono acquistare in prevendita (a € 15 con riduzione a € 12 per Under 26 e Over 65) presso la Biglietteria del Politeama Rossetti e tutti i punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: saranno in vendita i posti ancora disponibili anche al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” a partire da mezz’ora prima dell’orario d’inizio, nelle repliche aperte al pubblico.

I possessori di biglietto potranno visitare il museo. Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e al numero 040-3593511.

Le mattinée con inizio alle 10.30 (del 6, 7, 8, 12, 14,19, 21 e 22 marzo) restano invece riservate alle scuole.